Turismo, impresa e terzo settore oltre il conflitto ucraino: ieri l’incontro in biblioteca

Prepararsi ad essere flessibili in un futuro contesto ancor più difficile nel medio lungo periodo e c’è chi chiede un Ministero della Immigrazione per recuperare forze lavoro.

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Si è tenuto ieri, presso la biblioteca comunale di Trani “Giovanni Bovio” in collaborazione con l’assessorato alle Culture della Città di Trani, nell’ambito de I Dialoghi di Trani, organizzato dall’associazione culturale “La Maria del porto APS” l’atteso incontro dal titolo “Turismo, impresa e terzo settore al tempo della guerra in Ucraina”.

Alla tavola rotonda, moderata da Domenico Castellaneta, giornalista e caporedattore Repubblica-Bari, sono intervenuti Gianfranco Viesti, da economista, che ha inquadrato la situazione partendo dall’analisi degli impatti economici della pandemia “da cui siamo usciti bene – dice – con qualche colpo di coda, con una ripresa molto vivace, lasciandoci dietro qualche scoria che non dobbiamo dimenticare come ad esempio il problema dei ragazzi, in termini di apprendimento, colpiti enormemente e che dobbiamo curare. Oppure la questione del sistema sanitario che vivevamo come un costo ma abbiamo capito che va considerato un investimento che va ben finanziato ed equilibrato. Su tutto questo ci è piovuta questa guerra, un’invasione criminale dell’Ucraina che tuti speravano durasse poco, cominciata e che non si sa quando finisce. Uno scenario l’ha disegnato la Banca d’Italia in uno scenario di indisponibilità di energia che significherebbe fabbriche chiuse, lavoratori a spasso e i prezzi che schizzano verso l’alto, salirebbe l’inflazione perché incide sui beni essenziali sia i prodotti energetici che alimentari.”

Si sono poi alternati Giovanni Pomarico, Presidente gruppo Megamark, che ha parlato del pericolo dell’inflazione il cui contenimento ha favorito negli ultimi anni i consumi ed ora, con la risalita, rischia di deprimerli. Non del tutto provocatoria la sua proposta: “Personalmente sono convinto che oggi in Italia ci vorrebbe un Ministero della Immigrazione (…), noi non riusciamo a trovare magazzinieri, baristi, camerieri ed ognuno risponde con il suo pettegolezzo di turno (…); se andiamo adesso davanti ad un bar ci sono soggetti che stanno parlando di stipendio sociale, ma stiamo parlando comunque di soggetti che non hanno interesse ad occupare quella posizione: il cameriere che torna a casa alle due di notte non piace alla moglie, non imposta il lavoro per il proprio futuro e quindi fa in modo che quel lavoro non lo faccia più. Per questi lavori, ritenuti poco belli, ecco che abbiamo bisogno degli immigrati che ben vengano: bisogna tentare di far capire che gli immigrati sono soggetti molto simili ai nostri genitori degli anni ’40 e degli anni ’50 che emigravano negli Stati Uniti e dov’altro per trovare un lavoro che li potesse sostenere”.

Marina Lalli, Presidente Federturismo Confindustria, ha detto che: “Noi operatori del turismo, almeno nell’immediato, siamo rimasti sorpresi dal fatto che questo desiderio di vacanza non è affatto venuto meno con la guerra, a metà febbraio eravamo contentissimi, con il covid sotto controllo; poi è venuta la guerra che ha fermato tutto, si sono fermate le prenotazioni e pensavamo a nuove difficoltà ed invece nonostante l’assenza del turismo russo, clienti dagli scontrini alti, assistiamo ad una costante presenza soprattutto nelle città d’arte di tedeschi ed americani soprattutto”.

Preoccupata Cardenia Casillo, Presidente della Fondazione Casillo, che in merito al ruolo della politica in questo contesto ha dichiarato come “in questa situazione il ruolo della politica si fa molto strategico perché i singoli cittadini, le imprese ed il terzo settore non possono rispondere a queste emergenze singolarmente, ma va data una risposta corale, soprattutto non pensando a quelli che sono i problemi contingenti, ma anche a tutte quelle situazioni che potrebbero verificarsi nel lungo termine”.

Domenico Favuzzi, CEO di Exprivia, nel suo intervento ha voluto sottolineare come, prima del conflitto ci fossero “delle forze positive che stavano portando l’economia italiana in un nuovo periodo di crescita dopo la pandemia che vengono ora contrastate dalla guerra in atto con conseguenze soprattutto nel mondo della energia di cui sia le imprese manifatturiere che i cittadini hanno bisogno. È una fase di incertezza che regnerà per i prossimi mesi, speriamo non anni, una situazione in cui si chiede a tutti di adattarsi e di essere flessibili e cogliere al meglio le opportunità che pure in questa fase ci sono”.

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