Si sono considerevolmente ridimensionate le ipotesi accusatorie all’esito del processo scaturito dall’operazione Knockout, messa a segno dai Carabinieri ad aprile 2021 a seguito di una inchiesta della Procura della Repubblica di Trani e della Direzione distrettuale antimafia di Bari.
È infatti caduta proprio l’aggravante del metodo mafioso, contestata al principale imputato, Luca Soldano, difeso dagli avvocati Enrico Alvisi e Antonio Florio: la condanna è stata di 2 anni e 10 mesi, con 8.000 euro di multa, a fronte di una richiesta della pubblica accusa di 7 anni con l’aggravante mafiosa.
Più pesanti, e sostanzialmente in linea con le richieste del Pm, le condanne per Emanuele Sebastiani (7 anni e 3 mesi con 31.000 euro) e Gennaro Romanelli (4 anni di reclusione e 18.000 euro), difesi da Claudio Papagno. Per entrambi il presidente del Tribunale di Trani che ha emanato la sentenza, Luca Buonvino, ha anche disposto l’interdizione dai pubblici uffici in perpetuo per Sebastiani e per cinque anni per Romanelli. Le motivazioni saranno rilasciate entro 90 giorni.
L’operazione aveva determinato complessivamente quattro arresti in carcere e tre ai domiciliari a carico di soggetti di Trani (di cui uno residente a Siderno) con precedenti. Fra questi anche due donne. Le prospettazioni accusatorie della Dda di Bari (Pm Chimienti, Gip Mattiace) sono state in ogni caso ridimensionate a seguito del dibattimento,nonostante uno scenario che appariva, secondo quanto descritto all’epoca dagli inquirenti, come particolarmente inquietante. Lo richiamiamo nel nostro articolo dell’epoca dei fatti contestati.