Trani, due artisti al prezzo di uno: Bini popolare e del Curatolo geniale

Trentasette chitarre che hanno un valore materiale e, soprattutto, affettivo. «Sono legato soprattutto alla prima, una Fender bianca».

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E lui, Domenico Bini, 62 anni, tranese «Famoso sul web é nel mondo», così come recita testualmente il titolo del film a lui dedicato, presentato ieri sera al circolo del cinema Dino Risi, la mostra con orgoglio in una delle scene del «rockumentario» diretto da Giuseppe del Curatolo e presente da un paio di settimane sulla piattaforma Chili.

L’opera, con sottile e garbata ironia, ripercorre la storia di un nostro concittadino che, grazie all’apertura di un account su YouTube da parte del nipote, è diventato un personaggio popolare in Italia e persino fuori dai confini del Paese.

Quando suona e canta si trasfigura, in pubblico è molto schivo. Ieri sera, al circolo Risi, si è fatto presentare da Lorenzo Procacci Leone, che con il circolo stesso ha prodotto il film, intervistare da Antonio Procacci, ha scherzato un po’ con il regista e risposto a qualche domanda del pubblico.

Poi visto i primi 10 minuti del film ed è andato via, a casa sua, che adesso dalle immagini del film tutti sanno dov’è, e nella quale probabilmente ieri sera sarà andato a scrivere qualche nuovo pezzo ispirato alla manifestazione in suo onore.

«Il film mi è fedele – ha detto in sala Bini -, e non mi aspettavo tanta attenzione e simpatia nei mie confronti. Ringrazio Giuseppe del Curatolo per avere pensato al film, ma anche Tommy Verde, mio nipote, per avermi creato l’account, senza il quale avrei fatto le stesse ma non sarei mai stato popolare».

E invece oggi Bini fa fatica a rispondere ai fan, e quindi parla con loro attraverso la musica. «Mi piace il metal e la musica dei grandi chitarristi – rivela -, poco Sanremo, non mi riconosco nei nuovi generi, non parteciperei a un talent show. Quello che faccio resta passione e non è un lavoro. Un concerto? Vedremo. Intanto vorrei realizzare un cd strumentale di chitarra elettrica. Il mio messaggio? Non abbandonate mai i vostri sogni».

Un messaggio che il film fortifica. Ne viene fuori un personaggio su cui ironizzare è certamente facile, ma del quale nessuno oggi farebbe a meno, soprattutto sul web. Le tante band che a lui si ispirano, e le cui canzoni ripropongono cover perfettamente arrangiate e quindi gradevolissime, non sarebbero neanche loro conosciute se non ci fosse stato Domenico Bini.

In questo solco di improvvisa, ma meritata popolarità, bene ha saputo inserirsi Giuseppe del Curatolo con la saggezza di un regista che, nei suoi lavori, sembra trasporre il tratto del vignettista che è sempre stato e che non manca di rivelare anche attraverso alcuni disegni dedicati al maestro durante lo scorrimento delle immagini.

Grazie al supporto della voce narrante, Pierluigi Corallo – che dà voce e anima all’ironia del regista mettendoci il suo valore aggiunto di bravissimo attore teatrale – di un sorprendente Jonathan Pappolla, con Giuseppe Vischi e tanti altri, del Curatolo ha già piazzato il suo film nella homepage di Chili, della quale risulta uno dei contenuti più popolari di questo mese.

E con tutto il rispetto per il Maestro, il vero «vulcano» – di idee – è proprio il registra.

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