





«Lucio era molto esigente, ma soffriva se davanti a sé vedeva poco pubblico e, soprattutto, se questi lo fischiavano più volte. Soffriva a tal punto che ci aveva confidato che avrebbe voluto smettere: fummo proprio noi, ostinati, a dirgli di andare avanti perché avevamo intuito che fosse un genio».
Così Bruno Ezechiele Cabassi tastierista «hammondista» di Lucio Dalla con la formazione «Gli idoli», parlando domenica scorsa in un circolo Dino Risi gremito in ogni ordine di posto in occasione della serata omaggio al cantante in coincidenza con le due date simbolo che lo riguardano, estremamente ravvicinate fra loro: il compleanno del 4 marzo, giorno in cui avrebbe compiuto 80 anni; la morte del 1mo marzo, a Montreux, nell’anno 2012.
Gli idoli accompagnarono Dalla dal 1966 al 1972 sia nell’incisione dei primi tre album, sia soprattutto in concerti in ogni dove, durante i quali molto spesso si improvvisava e basta. Proprio Cabassi ha favorito la produzione e distribuzione di «Geniale», due album di cimeli usciti rispettivamente nel 1991 e nel 2021, che contengono le registrazioni di fortuna di quelle sessioni musicali fatte dal vivo, dalle quali si comprende molto bene quanto grande sarebbe diventato Lucio Dalla.
Tra queste un pezzo interamente fatto di vocalizzi, cui l’artista diede il nome di «Etto», che era la parola senza senso che pronunciava più frequentemente.
E poi la prima versione di 4 marzo 1943, con tutte le parole originali al loro posto prima che intervenissero le censure in forza delle quali Dalla poté cantarla al Festival di Sanremo.
Durante la serata, moderata dal giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Giuseppe Dimiccoli, è intervenuto telefonicamente anche Ricky Portera storico chitarrista di Dalla e degli Stadio, che ha sottolineato quanto Dalla fosse avanti di decenni rispetto agli altri e che «Lucio andrebbe fatto ascoltare soprattutto ai ragazzi di oggi, sbandati e spesso violenti perché culturalmente poveri e socialmente insicuri. Accostare loro musiche e testi di così alto valore significherebbe compiere un’operazione culturale di grande spessore il loro favore».
Cabassi e Portera due generazioni di Dalla nella stessa serata, perché Lucio non passerà mai. E poi le perle musicali di Michele Triggiani e Marcello Gallucci, per impreziosire una serata di alto profilo culturale e mai banale.