Sono passati 45 anni dalla sua inaugurazione. Correva l’anno di grazia 1975, lo stesso che vide l’amministrazione comunale di Trani dare alla luce anche la dirimpettaia Papa Giovanni XXIII.
Era un’epoca florida per l’edilizia scolastica, grazie alla quale soprattutto la periferia nord di Trani si dotò finalmente di plessi all’avanguardia per ospitare la sempre più crescente popolazione scolastica di quella parte del territorio cittadino.
Nacque così la scuola impropriamente denominata «De Bello» (prendendo il nome dalla via in cui si trova), che fu assegnata inizialmente al circolo didattico facente capo alla centrale Petronelli.
Grazie alla sua disposizione su tre livelli, il plesso poté ospitare inizialmente 24 classi, vale a dire quattro per ala. Ma da lì a poco, essendoci spazio sufficiente, furono ricavate altre sei classi per arrivare ad un totale di 30.
Per lungo tempo si andò avanti così, fino a quando non arrivò l’inaugurazione della scuola elementare Antonio Cezza, in via Grecia. Era il 4 maggio 2004 e, così, il secondo circolo didattico Petronelli ottenne un plesso nuovo fiammante e alla De Bello rimase esclusivamente sede della scuola media Orazio Palumbo, che nel 1990 si era trasferita lì uscendo dalla vecchia sede di Palazzo Caccetta.
Nel frattempo la natalità in città, ed anche in quel quartiere, accusava una crescente contrazione e la Palumbo fece sempre più fatica a mantenere in piedi i numeri necessari e sufficienti per avere l’autonomia.
Si andò avanti così fino al 2011, quando si realizzò l’inevitabile accorpamento con la scuola media Bovio e nacque l’istituto comprensivo Bovio Palumbo, con sede presso la scuola Bovio.
Da lì a pochi anni, sempre a causa della denatalità, l’istituto divenne Rocca-Bovio-Palumbo, dislocato sui due plessi di piazza Natale D’Agostino e corso Matteo Renato Imbriani.
Per mantenere in vita la De Bello si ricorse ad un finanziamento regionale per l’allocazione di tre sezioni di asilo nido, il cui funzionamento iniziò nel 2012 e però poté proseguire la sua attività soltanto fino al 2014, vale a dire fino a quando vi furono a disposizione i fondi per garantirne il servizio
Si arriva così a maggio 2015 quando la scuola, già chiusa, fu utilizzata dal Tribunale di Trani come sede dell’Ufficio della commissione elettorale circoscrizionale per le operazioni relative alle elezioni regionali di quell’anno.
Presidente dell’organismo fu il giudice Grazia Caserta, che portò avanti con passione il compito affidatole confidando, come tanti altri operatori degli uffici giudiziari, che quello fosse solo il primo passo per l’utilizzazione della scuola a fini giudiziari.
Infatti, il disegno era proprio quello: la De Bello avrebbe ospitato la Sezione fallimentare, l’Esecuzione mobiliare e immobiliare, la Sezione lavoro e la Volontaria giurisdizione. In quel modo, utilizzando un immobile comunale, il Tribunale, alle prese con una grossa carenza di spazi dovuta alla chiusura delle sedi periferiche, avrebbe potuto concentrare in un solo luogo le attività dei palazzi Gadaleta, Carcano, Montegrappa e Nigretti. Sembrava fatta, ma poi insorse l’Ordine degli avvocati e non se ne fece più nulla.
L’ultima ipotesi di utilizzazione della scuola fu avanzata dal Liceo paritario musicale di Barletta, che nel 2016 vi avrebbe voluto istituire una sede decentrata a Trani. Ma era ancora l’epoca in cui il Tribunale pareva dovesse prendere effettivamente possesso della scuola, e dunque anche questa opzione saltò.
Da fine 2015 ad oggi la scuola è rimasta completamente abbandonata (con l’accezione della palestra, utilizzata per le attività di alcune società sportive) e, con il passare del tempo, sono emerse tutte le criticità legate sia al mancato utilizzo, sia agli atti vandalici che si sono progressivamente accresciuti in quantità, frequenza e intensità.
Oggi siamo in grado di documentarvi, con foto alquanto impietose, lo stato di luoghi che gridano vendetta non soltanto per una storia quasi cinquantennale che rischia di cancellarsi, ma anche, e soprattutto, perché di fronte le cose non vanno meglio e le storie di due plessi costruiti e inaugurati nello stesso anno si intrecciano in maniera sempre più clamorosa ed imbarazzante.
Infatti, come è noto, dal 9 marzo 2018 la scuola Papa Giovanni è chiusa per pericolo di crollo e attende ancora delle analisi specifiche per la valutazione su cosa sia meglio fare per recuperarla: ristrutturazione del plesso esistente; demolizione e costruzione di uno completamente nuovo.
Nei giorni immediatamente seguenti la chiusura le famiglie avevano chiesto a gran voce, in alternativa, l’utilizzo della scuola De Bello, ma l’amministrazione comunale aveva fatto sapere che ciò non sarebbe potuto accadere in tempi brevi perché l’immobile necessita sua volta di uno studio approfondito sul rischio sismico e staticità: risultato, la Papa Giovanni XXIII va in malora perché abbandonata, la De Bello va in malora perché abbandonata.