«Molti di quei ragazzi che salvai dieci anni fa oggi hanno messo su famiglia. Qualcuno ha due figli, qualcuno anche quattro. A vederli oggi sembra non sia accaduto nulla, ma i segni di quella tragedia li portiamo dentro tutti quanti: loro certamente più di me, che purtroppo potetti salvarne così pochi rispetto a tutti quelli che morirono».
Così Costantino Baratta, il 66enne muratore tranese che il Giornale di Trani è tornato a sentire in occasione del decimo anniversario della tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, ricordata oggi in tutto il mondo perché, da allora, proprio il 3 ottobre è la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.
Quei ragazzini di allora continuano a chiamare Costantino e sua moglie Rosa papà e mamma. «Per loro siamo dei genitori adottivi – conferma il nostro concittadino benemerito – ed è il riconoscimento più bello che portiamo con noi dopo quella infausta tragedia».
A seguito di quel naufragio, quei giorni si disse: «Mai più!». Invece gli sbarchi sono sempre proseguiti e le stragi pure, come per esempio quella non meno dolorosa di Cutro, in Calabria.