Raccolta porta a porta a Trani, il Comitato bene comune: «Si inizi almeno l’attività di informazione della cittadinanza»

Correva, ma non troppo, l’anno 2013, precisamente il 18 novembre, quando fu avviato il servizio sperimentale della raccolta differenziata domiciliare in un fazzoletto di terra della nostra città.

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Che nel 2013 d.C. si parlasse di sperimentazione era già una nota che poneva Trani come ultimo vagone di un treno che non riusciva a partire; ma che dopo ben 54 mesi di sperimentazione clinica tutto ciò risulti quello che questa ridente cittadina sia riuscita a realizzare in termini di raccolta differenziata pone quel vagone su un binario morto.

Anzi, la situazione è peggiorata da un disastro ambientale largamente previsto ma che si è scontrato in questi anni con muri di gomma le cui ricadute in termini ambientali, di salute pubblica ed economici sono sotto gli occhi di tutti.

I lunghi mesi di sperimentazione hanno prodotto poi un susseguirsi di annunci, tutti puntualmente disattesi con rigore scientifico. Tra promesse, contratti firmati e comunicati paradisiaci la città si ritrova allo stesso punto di partenza. A nulla è servito avere rappresentanti istituzionali prima spadaccini, con il coltello fra i denti, prontissimi a ricordare che la raccolta differenziata si fa per legge e ora deboli e con l’ascia di guerra sotterrata. L’ultimo annuncio in ordine temporale è quello di novembre 2017 dove veniva riannunciata la partenza della raccolta domiciliare estesa a tutta la città con un timido arco temporale espresso in «serviranno almeno nove mesi». Chiaramente di questa gestazione non si sa nulla, come procede e se la nascitura raccolta porta a porta gode di ottima salute, se le batte il cuore e se mamma Amiu ha nausee o voglie. Comunque ad agosto potrebbero rompersi le acque.

Ma agosto, per un progetto così importante, è già domani. Cosa è stato fatto? A che punto siamo?

Per una città cresciuta a pane e discarica, avviare la raccolta porta a porta non può essere qualcosa che si realizza dal giorno alla notte. I cittadini vanno formati e informati, per non cadere in una ulteriore estenuante sperimentazione.

Una attività, quella della formazione, che dovrebbe partire ben prima dell’avvio di servizio, altrimenti il risultato potrebbe essere deludente e la colpa ricadrebbe solo e soltanto sui cittadini.

È anche bene ricordare all’attuale amministrazione che Trani ha aderito alla strategia rifiuti zero, ma al momento solo sulla carta, senza mai aver intrapreso quel percorso virtuoso che ha sempre detto di sostenere convintamente. Il tempo passa e Trani resta sempre il fanalino di coda, salvo annunci.

Enzo Scaringi e Francesco Bartucci – Comitato Bene Comune Trani

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