Ridurre (reduce) i rifiuti, riutilizzarli (reuse), riciclare (recycle), ridisegnare (ri-design): questa la rivoluzionaria strategia Zero waste, Rifiuti zero. Ne ha parlato ieri a san Luigi, per voce dell’interprete Serena Gisotti, uno dei maggiori teorizzatori, Paul Connett, in un incontro organizzato dal Comitato bene comune e che ha avuto un buon riscontro di pubblico.
Molto difficile parlare di questa strategia innovativa in una città che raggiunge a stento il 21 per cento di raccolta differenziata. «La politica deve favorire lo sviluppo di Rifiuti zero» ha detto Connett. Infatti, apporterebbe un cambiamento decisamente positivo in tutta la comunità. Lo dimostrano i 262 comuni italiani, per un totale di 5.831.489 abitanti, che stanno lavorando per raggiungere l’obiettivo del 90 per cento di raccolta differenziata (la lista dei comuni “Rifiuti zero” è disponibile a questo link). Tra questi, Capannori, in provincia di Lucca, che ha un Centro di ricerca Rifiuti zero e nel quale opera l’attivista Rossano Ercolini (che abbiamo intervistato quasi due anni fa, quando era stato a Trani).
«Ci sono dei Comuni nei quali le amministrazioni mettono a disposizione a titolo gratuito dei centri in cui si producono prodotti di ogni genere, tutti riutilizzati da scarti di rifiuto». Questo comporta un aumento del lavoro, rafforza l’identità della comunità, aumenta l’educazione dei cittadini nel rispetto della natura. «La natura non produce rifiuti» ha ben ricordato Connett. E noi «non possiamo essere pigri: la soluzione “Rifiuti zero” c’è, dovete applicarla».
Connett, scienziato statunitense, professore di chimica e tossicologia, attivista ambientale, ha parlato delle dieci mosse che permettono il raggiungimento dell’obiettivo Rifiuti zero facendo riferimento anche al nostro territorio. In agricoltura, per esempio, è molto importante il compostaggio, che rende fertile il terreno: «In Puglia abbiamo un enorme problema di rifiuti organici che creano danni all’agricoltura. La soluzione non può essere la discarica, ma il compostaggio. È fondamentale, ovviamente, cambiare la mentalità delle persone: le comunità devono essere educate, gli agricoltori devono essere educati, bisogna diffondere il pensiero secondo il quale il compostaggio aiuta il suolo ad essere sano». Per Connett «a Trani si sta andando nel senso opposto a “Rifiuti zero” pensando alla riapertura della discarica».
Zero waste rafforza anche la responsabilità industriale: le aziende devono riprogettare tutti i prodotti affinché siano riutilizzabili. A Capannori, per esempio, nel Centro di ricerca Rifiuti zero, stanno progettando un metodo per recuperare materiali tessili e persino le capsule del caffè.
Federica G. Porcelli