L’urbanistica torna in tribunale: Comune di Trani citato per non avere dato corso al progetto di Villa Fanelli

L’ennesimo Piano urbanistico esecutivo finisce nelle aule della giustizia amministrativa poiché apparentemente dimenticato negli uffici della pubblica amministrazione. Non è il primo caso e probabilmente non sarà neanche l’ultimo in una Trani nella quale, per costruire, spesso e volentieri ci si rivolge ai giudici affinché, con i loro poteri, si sostituiscano agli organi competenti che non decidono, o decidono di non decidere.

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Ebbene l’ultima vicenda, in ordine di tempo, è il ricorso proposto al Tar Puglia dalle tre proprietarie di un suolo in via San Martino, alla periferia sud di Trani, sul quale è stata proposta la realizzazione di un Piano urbanistico esecutivo denominato «Villa Fanelli», dal nome della storica dimora presente al centro dell’area in questione.

In favore di tale progetto la giunta comunale si è già espressa favorevolmente adottandolo a maggio dello scorso anno, ma per tutto il tempo successivo gli organi tecnici di Palazzo di città hanno, come tecnicamente si dice in questi casi, «serbato il silenzio».

L’esecutivo aveva acceso il semaforo verde su Villa fanelli il 19 maggio 2022, sostituendosi a sua volta ad un consiglio comunale che, come già accaduto in altre circostanze, aveva rinunciato ad occuparsi del progetto al termine dei 15 giorni entro i quali fare pervenire una richiesta di trattazione dello stesso in aula. L’unico consigliere che avrebbe voluto farlo era stato Vito Branà, del Movimento 5 stelle: troppo poco, perché sarebbe servita la maggioranza più uno dei consiglieri comunali assegnati.

Quando però sembrava che l’adozione del Pue da parte della Giunta sbloccasse ogni cosa, ecco intervenire il silenzio dell’Ufficio tecnico anche dopo che i progettisti presentavano la richiesta variante allo stesso Pue il 4 agosto 2022.

Da qui il ricorso alla giustizia amministrativa per accertare l’obbligo del Comune di Trani di chiudere il procedimento e condannarlo a concluderlo. In subordine si chiede al Tar di nominare un commissario ad acta che si sostituisca a sua volta agli organi comunali, come già avvenuto In molti casi precedenti. Palazzo di città ha comunque scelto di costituirsi nel giudizio.

La proposta edificatoria sorge intorno ad un’antica residenza – la già citata Villa Fanelli -, che resterà in piedi e, essendo oggetto di vincolo, vedrà le nuove villette previste sorgere a distanza di legge dalla stessa. Il progetto porta la firma dell’ingegnere Ottavio Ruggieri e degli architetti Vincenzo Laforgia e Francesca Dinuzzi.

L’area di progetto è tipizzata nel Piano urbanistico generale come “Area destinata alla tutela e valorizzazione del contesto storico-architettonico” con indice di fabbricabilità massimo di 2 metri cubi per metro quadrato. Di conseguenza, la tipologia edilizia prevista consiste in case unifamiliari, o “villini”, poiché il Pug consente, sull’area di progetto, una edificazione a bassa densità, essendo presenti in questa zona delle ville inserite in un apposito “atlante”, di cui il Pug ha previsto che la tutela e valorizzazione siano assicurate in sede di Pue.

«Di Villa Fanelli il Pue prevede la tutela e valorizzazione – chiariscono i progettisti nella loro relazione – nonostante il Tar Puglia, pronunciandosi sul ricorso proposto dalle proprietarie con sentenza del 22 dicembre 2010, abbia ritenuto illegittimo il vincolo architettonico imposto dal Pug sulla villa».

Nel 2020 i progettisti facevano pervenire al Comune la richiesta di non assoggettabilità a Valutazione ambientale strategica del piano presentato: la Regione inizialmente eccepiva, evidenziando soprattutto che l’area del piano oggetto di intervento risulta rientrare tra le zone ad elevata sensibilità ambientale e, in particolare, tra quelle definite «a contaminazione salina», con la conseguenza che la volumetria del progetto superava i limiti previsti». Agli uffici regionali, inoltre non risultava se la villa fosse o meno sottoposta a vincolo previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio.

A quel punto i progettisti hanno trasmesso un ulteriore aggiornamento del piano, mentre nel frattempo veniva avviata la consultazione degli enti competenti ed anche della Commissione locale per il paesaggio.

Il 9 dicembre 2021 tale organismo esprimeva parere favorevole e, nel verbale, dava atto del fatto che «sagoma e ubicazione delle ville non impattano sul bene da tutelare denominato Villa Fanelli, in quanto i nuovi volumi da edificare sono disposti in modo ordinato, distinto e sufficientemente distanziato dal bene oggetto di tutela».

Assolti tutti gli altri adempimenti in materia di Valutazione ambientale strategica, il dirigente dell’Area lavori pubblici della Regione Puglia escludeva il progetto dalla assoggettabilità alla procedura Vas.

Dopo il passaggio a vuoto per la trattazione dell’argomento in consiglio comunale, è stata così la giunta ad adottare il provvedimento insieme con tutti gli allegati, fra relazioni e tavole. Il successivo adeguamento del progetto è stato realizzato, prima dell’approvazione definitiva, per adeguarlo alle norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico territoriale regionale.

Il progetto del piano e la tipologia di edificazione del nuovo intervento sono stati sviluppati secondo i seguenti criteri: «Mantenere la coerenza con l’edificato circostante; rispettare le caratteristiche e i valori ambientali che costituiscono la caratteristica peculiare del luogo; tutelare e valorizzare Villa Fanelli; utilizzare fonti rinnovabili e tecnologie per un intervento che si adegui ai principi della sostenibilità ambientale».

La tipologia di edilizia residenziale che si intende realizzare riguarda edifici di due piani fuori terra (8 ville bifamiliari e 4 a schiera).

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