Grazie alla iniziativa della associazione “Società Dante Alighieri” sezione di Trani guidata dalla sua Presidente Prof.ssa Isabella Scarpelli, supportata dalla Città di Trani, era presente l’ Assessora alla Culture Lucia De Mari, lo scorso 08 novembre in Biblioteca Comunale “G.Bovio” si è tenuto un incontro dal titolo «L’Etica del rispetto – Dante e la relazione con l’altro» con la prestigiosa la presenza di Filippo La Porta critico letterario di spessore, giornalista e presente alla conferenza nella veste di scrittore per presentare il suo libro dal titolo “Come un raggio nell’acqua: Dante e la relazione con l’altro“(Salerno Editore 2021 , un saggio che riprendendo una terzina del Paradiso della Divina Commedia racconta di Dante e Beatrice che attraversano la luna senza scompaginarla, come come un raggio di luce entra nell’acqua senza turbarla: un’immagine che, Filippo La Porta, fa diventare un modello di relazione tra individui, dove viene ribadita la sacralità e l’inviolabilità dell’altro in una etica del rispetto – unico modo per dare realtà all’altro – che la “Società Dante Alighieri” di Trani , tra l’altro, si è data come denominatore comune dei prossimi incontri. Il Dante che emerge dal libro di Filippo La Porta non vuole essere il Dante-monumento o il Dante-naftalina, intoccabile e inavvicinabile, che molti celebrano, né esoterico, né accademico, ma è:” Un Dante che – ha detto Filippo la Porta – pur rimanendo uomo del suo tempo con tutte le sue contraddizioni, riesce a parlare ancora all’uomo di oggi, un Dante da «usare» oggi come fermento per le nostre domande, inquietudini, aspirazioni“.
“Come un raggio nell’acqua. Dante e la relazione con l’altro” non è un libro di “critica dantesca” e non si tratta dell’ennesima interpretazione filologica o divulgativa della Divina Commedia anche se fu pubblicato nel 2021 in occasione dei 700 anni dalla morte del Sommo poeta. Dalle pagine del libro emerge una vera e propria scommessa etica per un saggio scritto con raro acume per chi vuole, ha concluso La Porta: “Interagire i versi danteschi con la propria esperienza morale, cosicché come un raggio di luce attraversa l’acqua senza turbarla, così la nostra sete conoscitiva dovrebbe tener conto del limite invalicabile rappresentato dall’alterità del mondo e dalla diversità degli altri“.
Nel video servizio l’intervista a Filippo La Porta ed a Isabella Scarpelli.






