Legambiente Trani: «Condivisione del piano degli abbattimenti e redazione di reimpianti e sostituzioni»

Legambiente è, innanzitutto, al fianco del verde. 

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Poco ci importa delle colpe scaricate, delle diatribe politiche che, da ogni direzione, stanno investendo la città.

Fra tanti gruppi e personaggi che tirano acqua al loro mulino, Legambiente e i cittadini restano tra i pochi a preoccuparsi unicamente di “dare acqua agli alberi”.

Sin dal marzo 2022 l’argomento è stato portato all’attenzione pubblica con un comunicato stampa, riflettendo sui risultati del dossier regionale “Città Verdi di Puglia” che penalizzavano la Città di Trani e riprendendo i dati del censimento del verde così come diffusi mezzo stampa e social qualche settimana prima dal consigliere comunale Vito Branà.

Tuttavia non sono stati sufficienti nè l’organizzazione di un forum sul tema Verde urbano e capitozzature, con la partecipazione dell’esperto agronomo e arboricoltore Massimo Rabottini, giunto direttamente da Pescara, a cui l’amministrazione, la ditta di gestione del verde e la cittadinanza tutta è stata invitata (e la cui registrazione è ancora visionabile sulla pagina Facebook dell’associazione), nè altri 5 comunicati pubblicati da Legambiente durante l’estate.

Si ribadisce come il Ministero dell’ambiente con il decreto n. 90/2020 “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde“  sancisca come “l’aggiudicatario deve evitare di praticare la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi e possono creare nel tempo situazioni di instabilità che generano altresì maggiori costi di gestione”.

Infatti sono i tagli eccessivi di oggi e una cattiva gestione del verde pubblico, con  l’utilizzo della tecnica delle capitozzature, concausa e preludio per i nuovi abbattimenti di “domani”.

Si confida, dopo la tempesta mediatica, che si riprendano le redini di un percorso organico supportato da un concreto processo partecipativo che, a partire dall’ascolto dei cittadini, porti l’amministrazione alla condivisione trasparente del piano degli abbattimenti e, soprattutto, a una redazione condivisa del piano dei reimpianti e delle sostituzioni.

Le nuove piantumazioni dovranno attenersi a precisi criteri come la distanza tra gli esemplari e lo spazio di terreno circostante a loro disposizione, tali da consentirne una crescita in salute e non incorrere nel rischio, tra qualche anno, di nuovi abbattimenti. 

Indispensabile risulta  la scelta ed un piano organico delle specie da piantare, laddove in zona Capirro vengono segnalati reimpianti di pini in sostituzione di pini espiantati. 

Inoltre, dovranno essere compensati tutti gli alberi che comunque e per necessità sono stati tagliati ed ancora verranno abbattuti, quartiere per quartiere.

Diviene fondamentale l’adozione del regolamento del verde pubblico e privato che sancisce i criteri di gestione del verde con una indispensabile regolamentazione dell’adozione delle aiuole, affinché possa configurarsi un criterio standard per stimolare i cittadini ad un  impegno verso l’abitare sostenibile e condiviso, non riducendo le aiuole pubbliche a meri spazi per allocare cartelloni pubblicitari.

In questo percorso, i nostri volontari, tecnici specializzati, sono e saranno sempre a disposizione per confronti e condivisioni con chiunque voglia essere al fianco del verde.

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4 Commenti

  1. In considerazione dell’eterogeneità degli strumenti di pianificazione urbanistico-territoriale in essere presso le varie Regioni italiane, esistono essenzialmente tre strumenti di settore, non alternativi, ma complementari e di supporto l’uno all’altro, che l’amministrazione comunale può adottare per il governo dei propri sistemi verdi urbani e periurbani, in questo riscontrando anche le indicazioni della Legge n. 10/2013, “NORME PER LO SVILUPPO DEGLI SPAZI VERDI URBANI”. Sono i tre punti cardini reperibili sulle “LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DEL VERDE URBANO E PRIME INDICAZIONI PER UNA PIANIFICAZIONE SOSTENIBILE” redatte dal Ministero dell’Ambiente”.
    • il Censimento del verde
    • il Regolamento del verde
    • il Piano del verde
    Le linee guida sono procedure utili, che supportano spesso l’impianto normativo di un settore specifico. A Trani sono state seguite? Allora basta seguirle per ridurre il rischio di errori e confrontarsi (come suggerito nel testo ministeriale) anche con associazioni ed esperti per recuperare idee e suggerimenti.

  2. ma perchè parlate a vanvera? scusare ma dalla foto si nota che nel posto dell’albero TAGLITO è rimasta in bella mostra la restante parte ben solidamente piantata nel terreno. e -di grazia- chi e come vorreste COI di Legambiente reimpiantare alberi in quei siti? ve ne son parecchi in piazza Plebiscito….altro che gestione del verde pubblico e privato…..siamo consapevoli tutti della MISERIA del nostro patrimonio(?) verde ma adesso si spera che scoperti gli altarini non ce ne privano più anzi lo potennziassero almeno per le nuove generazioni

  3. Nessuno si occupa dei PEDONI!!! Carta europea dei diritti del pedone *

    I. Il pedone ha diritto a vivere in un ambiente sano e a godere liberamente dello
    spazio pubblico nelle adeguate condizioni di sicurezza per la propria salute fisica e
    psicologica.
    II. Il pedone ha diritto a vivere in centri urbani o rurali strutturati a misura d’uomo e
    non d’automobile e a disporre di infrastrutture facilmente raggiungibili a piedi o in
    bicicletta.
    III. I bambini, gli anziani e i minorati hanno diritto a che la città rappresenti un luogo
    di socializzazione e non di aggravamento della loro situazione di debolezza.
    IV. I minorati hanno diritto a ottenere specifiche misure che permettano loro il più
    possibile un’autonomia di movimento grazie ad adeguamenti delle aree pubbliche,
    dei sistemi tecnici e dei mezzi pubblici di trasporto (linee di delimitazione della sede
    stradale, segnaletica di pericolo e acustica, accessibilità di autobus, tram e treni).
    V. Il pedone ha diritto, da un lato, a ottenere zone urbane, a lui totalmente
    destinate, il più possibile estese, le quali non rappresentino mere “isole pedonali”,
    ma si inseriscano coerentemente nell’organizzazione generale della città e,
    dall’altro, a vedersi riservato un complesso di percorsi brevi, razionali e sicuri.
    VI. Il pedone ha diritto in particolare a:
    a) il rispetto delle norme di emissioni chimiche e acustiche dei veicoli a motore
    individuati come sopportabili in sede scientifica;
    b) l’adozione generalizzata nel trasporto pubblico di autoveicoli che non siano fonte
    di inquinamento nè atmosferico nè acustico;
    c) la creazione di polmoni verdi anche con opere di forestazione urbana;
    d) la fissazione di limiti di velocità e il riassetto delle strade e degli incroci tali da
    garantire effettivamente la circolazione pedonale e ciclistica;
    e) il divieto di diffondere messaggi pubblicitari per un uso dell’automobile distorto e
    pericoloso;
    f) efficaci sistemi di segnalazione concepiti anche per quanti sono privi di vista e di
    udito;
    g) specifici interventi atti a consentire la sosta, così come l’accesso e la percorribilità
    di strade e marciapiedi;
    h) l’adeguamento della forma e dell’equipaggiamento degli autoveicoli in modo da
    smussarne le parti più aggressive e renderne più efficaci i sistemi di segnalazione;
    i) l’instaurazione di un sistema di responsabilità dei rischi secondo cui è
    finanziariamente responsabile colui che provoca il rischio (procedura seguita, per
    esempio, in Francia dal 1985);
    j) una formazione in materia di guida che sia finalizzata a un comportamento
    rispettoso dei pedoni/utenti della strada che si muovono lentamente.
    VII. Il pedone ha diritto a una completa e libera mobilità che si può realizzare
    attraverso l’uso integrato dei mezzi di trasporto. In particolare egli ha diritto:
    a) a un servizio di trasporto pubblico non inquinante, capillare e attrezzato per
    rispondere alle esigenze di tutti i cittadini, abili e inabili;
    b) alla predisposizione di infrastrutture, riservate ai ciclisti in tutto il tessuto urbano;
    c) all’allestimento di aree di parcheggio strutturate in modo da non incidere sulla
    mobilità pedonale e sulla fruibilità dei valori architettonici.
    VIII. Ogni Stato deve garantire la capillare informazione sui diritti dei pedone e sulle
    possibilità di trasporto alternative rispettose dell’uomo e dell’ambiente attraverso i
    canali più idonei e sin dai primi livelli di istruzione scolastica.
    3. invita la Commissione a istituire una giornata europea dei diritti dei pedone, a
    diffondere i contenuti della carta di cui sopra e a presentare una proposta di
    direttiva specifica;
    4. chiede agli Stati membri di adottare tutte le misure necessarie per realizzare
    quanto previsto dalla carta medesima, di esercitare comunque un attento controllo
    sull’effettiva applicazione della vigente legislazione di tutela dei pedoni, e in
    particolare delle direttiva comunitarie relative all’inquinamento da veicoli e
    all’eliminazione dei piombo dalle benzine, e di prevedere severe sanzioni nei
    confronti di chi non la rispetti;
    5. ritiene opportuna l’istituzione in seno alla Commissione di un gruppo di studio
    incaricato di operare una mappatura delle zone urbane più pericolose e degradate e
    di individuare le soluzioni più appropriate ai singoli casi;
    6. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla
    Commissione, ai Governi degli Stati membri e alle Organizzazioni interessate.
    * Parlamento europeo, risoluzione (doc. A 2-154/88) – sulla tutela del pedone e la carta europea dei diritti dei pedone

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