Il fluire del tempo nel nuovo romanzo di Rino Negrogno, presentato a Palazzo Beltrani

Un viaggio tra i versi di Dante, le note dei Pink Floid e le avventure del Prof. Camillo è stato quello vissuto durante la presentazione del nuovo romanzo di Rino Negrogno “L’inconsistenza dei giorni”, che ha avuto luogo nel Palazzo delle Arti “Beltrani” lo scorso 11 aprile a cura dell’associazione culturale Tranensis e con il patrocinio della Città di Trani. Il tema del viaggio, ma più strettamente quello del tempo, che scorre, nelle constatazioni intime del protagonista, ma poi torna indietro grazie ad una fantasiosa finestra spazio-temporale, posta sotto il Belvedere del Lungomare di Trani, ha reso la serata ricca di piacevoli immaginazioni, ponendo un sincronico connubio tra scrittura, interpretazione e musica e facendo immedesimare l’assorto pubblico nelle vicende, di cui solo alcune raccontate, del protagonista della storia.

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Con “Shine on you crazy Diamond” in apertura e “Confortably numb” in chiusura, suonate dal vivo da Antonio Negrogno e Antonio Mazzilli, tornati a suonare insieme dal 1988, quando con l’autore Negrogno avevano una band, Stefania De Toma ha introdotto la presentazione del romanzo che, a detta dell’autore tranese, ha due principali finalità: “far immergere realmente il lettore nei luoghi della mia città – afferma Negrogno – e quello di omaggiare alcuni luoghi ‘simbolo’ come per esempio la scuola Media Baldassarre, di cui ringrazio alcuni significativi insegnanti conosciuti negli anni in cui mio figlio è stato studente”.

Questo romanzo – edito dalla casa Editrice Il Foglio di Piombino – a differenza dei precedenti, tra cui ricordiamo “Il miracolo”, “Codice rosso”, “Il monatto” che contengono tracce di vita vissuta dell’autore, che ricordiamo essere infermiere del 118, e scrittore per vocazione, è totalmente fantasioso e narra della constatazione oggettiva del protagonista, Camillo Pasquadibisceglie, professore di italiano e storia, che inizia a vedere le tracce del tempo che scorre su di sé e nella realtà che lo circonda, tanto da vivere un’alienazione tale che lo porterà a vivere il suo amore per Elvira, una baronessa scomparsa 133 anni prima, appartenente alla nobile famiglia degli Archi Cervi, intravista quasi per caso in una fotografia su una lapide del camposanto.  Tutto questo sarà possibile grazie ad un viaggio spazio temporale che Camillo metterà in atto, inconsapevole che modificando le sorti del passato, vi saranno conseguenze anche nel mondo reale da cui proviene.

Emozionante, la compartecipata esposizione del primo Canto della Divina Commedia, del Negrogno sul palco, con Ena tra il pubblico, moglie del caro professor Mimì di Palo, scomparso da alcuni mesi, a cui il romanzo è stato dedicato. Sussurrati a memoria i versi, hanno commosso la platea, rimembrando il vecchio amore per i tempi del liceo e per la letteratura.

Ancora una volta la nostra Città si conferma culla feconda di cultura, che fa riflettere ma anche svagare, che fa arricchire le proprie conoscenze e perché no, come nel romanzo di Rino, ricordarsi di sognare!

Maurizio Di Reda

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