Giornata delle vittime del covid, a Trani Monica ricorda il papà Giuseppe: «Fu terribile, ma oggi mi sono avvicinata alla Chiesa»

«Nel momento in cui lei mi sta chiamando – dice al cronista – mi trovo sul porto e ricordo quante volte da qui mandavo foto al mio papà che si trovava a Milano. Oggi, che mi ritrovo in questi stessi posti e lui non c’è, il suo ricordo affiora ad ogni passo e in ogni angolo, ed io lo porto sempre nel cuore. Gli avrei mandato tante altre foto per il suo onomastico e per la festa del papà, ma sono contenta che possiamo ricordarlo anche in questa maniera».

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A parlare è Monica Soldano, figlia di Giuseppe, la prima vittima di covid a Trani quando la pandemia aveva ormai preso piede nel territorio e si apprestava a toccare l’apice. La storia di suo padre, sovrapponibile a quella di molte altre vittime del virus che ha cambiato la storia degli ultimi tre anni, ritorna prepotentemente alla ribalta in occasione della Giornata nazionale dedicata alle vittime del covid, che si è celebrata ieri.

Monica, dopo quel lutto inatteso e devastante, aveva portato avanti la tabaccheria del papà che, dopo avere vissuto prima a Trani e poi a Milano, da Milano aveva fatto ritorno nella sua città natale per riprenderci a vivere e lavorare.

Il covid lo sorprese proprio durante il trasloco e Giuseppe non fece più ritorno né a casa sua, né nella tabaccheria. Oggi sua moglie porta ancora dentro di sé una malcelata sofferenza per l’accaduto, veste tuttora di nero ed è di poche parole: «Mia madre l’ha vissuta come un incubo e temo non ne sia ancora uscita», confessa Monica.

La stessa Monica ha invece venduto l’attività proprio a marzo dell’anno scorso e fa la mamma a tempo pieno. Tuttavia, dall’esperienza così drammatica del covid, ha tratto almeno un giovamento: «Mi sono avvicinata alla Chiesa – confida -, da cui prima mi tenevo ben lontana. Ci vado io e ci porto mio figlio che, con grande gioia ed entusiasmo, partecipa alle attività dell’oratorio. Siamo contenti di questa nuova dimensione di vita che ci siamo creati, ma non dimentichiamo quello che è successo, né il fatto che a fronte di quello slogan – “andrà tutto bene” -, tante persone hanno perso la vita, è scoppiata una guerra e ci ritroviamo oggi tanta gente sempre più indifferente e spesso anche cattiva».

Il prossimo 1mo aprile, data della sua morte, presso la chiesa parrocchiale degli Angeli Custodi si terrà una messa in suffragio di Giuseppe Soldano.

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