L’impresa esecutrice dei lavori di chiusura definitiva e bonifica dei primi due lotti della discarica comunale, in contrada Puro vecchio, s’è impegnata a ridurre del 20 per cento il tempo di esecuzione dei lavori stessi comprimendoli, dai previsti 210 giorni naturali e consecutivi, a 168.
Anche questa proposta migliorativa ha consentito così alla Recupero ecologico inerti, che ha sede a Cavallino, in provincia di Lecce, di conseguire il punteggio più alto fra i sei concorrenti alla gara indetta dal Comune di Trani.
La rei ha così ottenuto l’appalto dei lavori, per effetto di un ribasso dell’1,35 per cento rispetto all’importo a base d’asta di 6.100.000 euro, che significa un importo netto di 6.069.000 euro, mentre la spesa complessiva per l’ente, comprensiva di Iva, sarà di 6.686.000 euro. L’importo totale del progetto, finanziato dalla Regione Puglia, è di poco meno di 7 milioni e mezzo di euro.
Lo ha determinato il dirigente dell’Area urbanistica, Francesco Gianferrini, pubblicando la graduatoria definitiva rilasciata dal seggio di gara, dalla quale si evince che la Rei ha preceduto i seguenti altri operatori: Consorzio stabile Agorà; Modomac Ecoambiente; Raggruppamento temporaneo di imprese Castiglia; Serveco; Consorzio stabile Medil.
Va però precisato che l’aggiudicazione, che andava chiusa entro la fine del 2022 (come effettivamente è avvenuto poiché il provvedimento è stato firmato dal dirigente il 30 dicembre) ha definito sì l’impresa esecutrice dei lavori, ma gli stessi non potranno partire se prima non si sarà concluso il procedimento dell’Autorizzazione integrata ambientale, in corso presso gli uffici regionali, poiché tale riserva era stata già espressamente indicata nella gara d’appalto: allo stato, quindi, non è prevista ancora la sottoscrizione del contratto.
Preliminarmente al bando per i lavori era stato necessario affidare ad un operatore esterno l’incarico di verifica preventiva del progetto definitivo, presentato dallo studio tecnico associato Romanazzi-Boscia, di Bari: lo ha svolto la società di ingegneria Akkad, di Roma.
I lavori di messa in sicurezza in emergenza, finora, hanno riguardato: copertura provvisoria del terzo lotto; completamento della copertura del primo e secondo lotto; potenziamento del sistema di captazione ed estrazione del biogas; potenziamento del sistema di estrazione del percolato; raccolta e smaltimento delle acque meteoriche di dilavamento delle coperture del corpo rifiuti; vasca di trattamento e disconnessione; impianto elettrico con realizzazione di una nuova cabina di trasformazione alimentata da una nuova linea di media tensione, necessaria per il cospicuo aumento di potenza che scaturisce dalle nuove opere.
Tra i principali obiettivi delle opere di messa in sicurezza della discarica c’è la riduzione della produzione di percolato grazie alla impermeabilizzazione del terzo lotto, che infatti è stato stralciato dalla gara per la chiusura dei primi due. E si tratta proprio di quello in cui si verificò l’incidente all’origine della chiusura della discarica, risalente all’ormai sempre più lontano 5 settembre 2014.
La Rei, per la cronaca, è la stessa società che il 16 febbraio 2022 aveva proposto al Ministero delle infrastrutture ed alla Capitaneria di porto l’istanza per l’ottenimento di una concessione demaniale marittima per la durata di 30 anni, ai sensi del Codice della navigazione, per l’occupazione di uno specchio di mare da Trani a Bari ai fini della realizzazione di un Parco eolico marino, formato da 60 aerogeneratori di tipo galleggiante, per la potenza complessiva di 840 Megawatt, da realizzarsi oltre le 12 miglia nautiche dalla costa.