Le foto su una sedia a rotelle sono ormai chiuse nel libro dei ricordi. Oggi Raffaele Lavacca, 51 anni, ex operai del settore calzaturiero, può tornare a farsi ritrarre saldamente in piedi, sorretto dai due arti bionici con i quali è finalmente tornato a camminare. E non solo.
Infatti, nei giorni scorsi, Raffaele è persino tornato in pista con sua moglie per un ballo della mattonella sulle note di «Due vite», di Marco Mengoni. Ed è stato un momento che per lui significa tanto giacché, prima che gli fossero amputate le gambe per una grave quanto misteriosa malattia degenerativa, Raffaele era un valente ballerino e non c’era la serata in cui non si esibisse con la sua consorte, Luciana, che non ha mai smesso un secondo di essergli accanto.
La serata di oggi, sabato 27 maggio, a partire dalle 19, Raffaele e Luciana la trascorreranno in villa comunale, insieme con gli amici dell’associazione Il volo del gabbiano, che lo hanno sostenuto dal primo momento nella non facile raccolta fondi che gli ha permesso di portare a casa, quei due arti, ciò che gli serviva per iniziare il suo percorso verso una nuova e più dignitosa aspettativa di vita.
Tutto nacque da una banale ferita ad una gamba, nel 2017, per arrivare alla dolorosa amputazione di entrambe, ad aprile 2021. Di fronte al rischio che il suo problema fisico mettesse in pericolo persino la sua vita, Raffaele e Luciana scelsero il male minore, vale a dire il sacrificio degli arti inferiori pur di guardare avanti.
Inizialmente l’Asl Bt gli aveva fornito due protesi meccaniche sulle quali, però, il paziente faceva fatica a reggersi avvertendo forti dolori. Per lui l’unica soluzione sarebbero state due protesi bioniche che vengono prodotte in un unico stabilimento in tutta Italia, ubicato a Budrio, in provincia di Bologna.
Fu così che nacque la raccolta fondi a cura del Volo del gabbiano. La campagna, dal titolo «Un futuro per Raffaele», ha permesso di portare a casa 70.000 euro. Risultato ragguardevole, ma che sarebbe potuto essere ben superiore se solo agli appelli avessero risposto imprenditori facoltosi, locali e non, alcuni dei quali avevano dato una disponibilità rimasta soltanto verbale.
Il resto per coprire le spese è provenuto dalla inevitabile vendita della casa di proprietà, perché altrimenti Raffaele non avrebbe mai potuto farcela. A quel punto è partita la missione Budrio, dove i tecnici specializzati hanno realizzato i due arti inferiori che sostengono Raffaele e sui quali lo stesso adesso riesce a muoversi con sufficiente padronanza.
La rieducazione è stata lunga e faticosa, ma i risultati sono arrivati e stasera Raffaele ringrazierà simbolicamente tutta la città, a cominciare da coloro che l’hanno sostenuto più da vicino come l’amico, prima ancora che consigliere comunale Vito Branà: senza la sua ossessiva determinazione Raffaele e Luciana forse si sarebbero ad un certo punto arresi. L’appuntamento, per tutti, è davanti allo chalet.
E domattina alle 9.30, in Appuntamento con Trani su Radio Bombo, intervista a Vito Branà.