Marocchino, classe 98’, attaccante con una gloriosa e sfortunata carriera da portiere alle spalle, si tratta di Youssef Erragh, l’ultimo colpo in entrata del Città di Trani dove si è reso subito protagonista all’esordio con un gol nella sconfitta contro il Santeramo. Quella di Youssef è una storia di passione, caparbietà e riscatto personale, il marocchino ha infatti alle sue spalle una parentesi molto importante nel mondo del calcio: dopo una breve esperienza in un piccolo club della sua città natale, all’età di 12 anni arriva la chiamata del club più importante del Marocco, il Raja Casablanca, squadra in cui attraverso la sua bravura e la sua perseveranza è riuscito a conquistare anche la nazionale U-17 e U-19 marocchina. All’età di 20 anni però, è stato costretto a causa di un grave infortunio ad abbandonare parzialmente il suo sogno. Ora, dopo quasi 5 anni di stop dal calcio vero, Youssef ha voglia di mettersi alle spalle il passato e provare a rinascere calcisticamente anche se con un ruolo diverso da quello che l’aveva fatto diventare una promessa del calcio. Ai nostri microfoni ha raccontato la sua storia e soprattutto la sua voglia di ritornare a divertirsi col pallone.
Raccontaci un po’ la tua storia: l’esperienza nel Raja Casablanca e nel Marocco.
Sono arrivato nel Raja Casablanca nel 2010 e ci sono rimasto per quasi 9 anni, il mio primo trofeo con la maglia biancoverde è arrivato nella stagione 2012/2013. Dopodiché è arrivata anche la chiamata dall’U17 del Marocco e successivamente dall’U19 dove però non sono riuscito a giocare a lungo a causa dell’infortunio. In questi anni ho avuto anche la possibilità di conoscere anche ragazzi che poi sono riusciti a sfondare nel mondo nel calcio come per esempio Ounahi (centrocampista marocchino, in forza al Marsiglia, protagonista assoluto ai Mondiali in Qatar del 2022).
In che modo l’infortunio ha condizionato poi la tua carriera calcistica?
Nel 2018 ho subito un grave strappo muscolare alla coscia che non mi ha permesso di continuare a coltivare il mio sogno a quei livelli così importanti, infatti dopo l’infortunio ho dovuto in parte smettere di giocare e mi sono concentrato maggiormente sugli studi.
Come viene vissuto il calcio in Marocco e soprattutto a che livello (strutture, organizzazione, ecc…) è attualmente anche dopo il quarto posto al mondiale dello scorso anno?
Devo dire che il calcio in Marocco è seguito con grande passione da tutti e inevitabilmente il quarto posto ai mondiali ha avvicinato ancor di più la gente verso questo sport. Già ai miei tempi, quando ero al Raja, erano abbastanza avanti a livello di strutture e organizzazione, ricordo che infatti noi delle giovanili vivevamo in un vero e proprio campus all’interno del centro sportivo dove mangiavamo, dormivamo, studiavamo e ci allenavamo.
Come sei arrivato poi in Italia e dove hai proseguito a giocare a calcio?
Dopo l’infortunio ho preferito proseguire gli studi e mi sono laureato in economia, nel 2019 mi sono trasferito definitivamente in Italia, dove c’era già mio padre, per continuare i miei studi anche dopo la laurea. Inoltre, grazie all’aiuto di un allenatore per portieri ho provato a rimettermi in forma per continuare a giocare in porta, ma purtroppo a causa del lungo stop, quasi quattro anni, non sono riuscito ad approdare in nessuna squadra e ho iniziato ad allenarmi da solo per giocare in mezzo al campo e dopo vari tornei amatoriali è arrivata la chiamata del Città di Trani in Promozione.
Cosa ti aspetti da questa stagione con il Città di Trani, e quali obiettivi ti poni sia personali sia a livello di squadra?
A livello personale, il mio obiettivo primario è quello di ritornare in forma e soprattutto ritornare competitivo visto la mia lunga assenza dal calcio dei «grandi». A livello di squadra, spero di riuscire ad aiutare al meglio i miei nuovi compagni per raggiungere gli obiettivi stagionali.




