Le denunce, le ispezioni, i sopralluoghi, su quella “cabina del giudice” non si contano: Legambiente, Comitato bene comune, Trani a capo si sono mossi in tal senso. Eppure, la cabina è ancora lì, con due transenne ben cementificate sugli scogli. Ai nostri microfoni, Amedeo Bottaro aveva detto: «La cabina è autorizzata», suscitando le polemiche di Antonio Procacci, portavoce di Trani a capo.
Ma in quarta commissione il 13 aprile la relazione dell’assessore al demanio marittimo Raffaella Bologna ha dato man forte a quanto dichiarato dal primo cittadino: «La cabina sita in zona Matinelle ha la concessione demaniale n.54 del 2008 e questo titolo scadrà il 31 dicembre 2016. Le transenne cementate dovranno essere rimosse con spese a carico del concessionario e il manufatto sarà oggetto di verifica amministrativa ai fini della conseguente rimozione o incameramento successivi alla scadenza». Dunque, dal primo gennaio 2017 si saprà, presumibilmente, se la cabina dovrà essere rimossa oppure no.
Di questo abbiamo parlato anche con Enzo Scaringi, di Comitato bene comune, intervenuto telefonicamente nel corso della trasmissione Appuntamento con Trani in cui era ospite l’assessore all’ambiente del Comune di Trani Michele Di Gregorio. Scaringi ha infatti fatto notare come già nel 2006 Di Greogorio avesse denunciato la presenza di quella cabina. A distanza di dieci anni, però, nulla è cambiato.
«Abbiamo rivisto quell’intervista in cui Di Gregorio diceva che quella cabina è un obbrobrio e che avrebbe chiesto agli organi competenti di intervenire. Volevo chiedergli se egli lo confermasse e che posizione assumesse in merito alle dichiarazioni del sindaco. Volevo inoltre ricordare che lì ci sono un vincolo geomorfologico e una pericolosità elevata, quindi è strano che si sia avuta una autorizzazione proprio lì. Se ci fosse un diritto, noi lo difenderemo, ma il diritto va declinato al plurale. Se c’è la possibilità che qualcuno possa avere una cabina tutta per sé su uno scoglio, amovibile che poi invece è fissa lì da decenni, informeremo i cittadini» ha detto Enzo Scaringi.
«Io ho sempre detto ai cittadini, provocatoriamente: ognuno di voi dovrebbe fare istanza di concessione per una piccola cabina sul mare in modo da verificare se la legge sia uguale per tutti – ha risposto Di Gregorio -. Abbiamo portato lì la guardia di finanza, la capitaneria di porto, abbiamo fatto denunce. Il sindaco sa quello che dice e quindi non voglio entrare nel merito delle sue dichiarazioni. Se c’è un diritto, deve essere conforme a tutti i criteri normativi. Se così non fosse, deve essere ripristinata la legalità. Quella cabina è uno schifo, un pugno nello stomaco al buon senso. Realizzare quella cosa dal punto di vista della coscienza civica e della morale sembra voler dire che chi l’ha realizzata si qualifica di per sé. È uno schifo, un obbrobrio, se ci sono i presupposti per abbatterla dovrà essere abbattuta. Lo dicevo all’epoca e lo dico adesso nel ruolo di assessore: se la cabina non ha i crismi della legalità ce la dobbiamo mangiare pezzo per pezzo. Non voglio invadere il campo dell’assessore Bologna ma credo che la vicenda riguardi anche me. Su quella cabina è stata data una regolare concessione da qualcuno, e secondo me è scandaloso. Se quella concessione è illegittima sarà revocata, altrimenti la cabina dovremmo ingoiarcela. Quando scadrà la concessione, elimineremo il problema».
Al di là dei proclami e delle promesse, quella cabina al momento è ancora lì.
Federica G. Porcelli