«A proposito di arte pirotecnica a Trani»: le riflessioni di un lettore

La produzione dei fuochi d’artificio è quella più pericolosa della catena produttiva per l’alto rischio di infortuni con mortalità quasi sempre plurime e mutilazioni gravemente invalidanti.

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Il settore va sicuramente annoverato tra quelli più rischiosi e nel quale si verificano, statistiche alla mano, troppo spesso infortuni mortali. Secondo i dati della Consulenza statistico attuariale dell’Inail, nel quinquennio 2012- 2016, risultano pervenute (alla data di rilevazione 30.04.17) un totale di 65 denunce d’infortunio (mediamente 15 all’anno), di cui ben 20 con esito mortale.

Da sottolineare, in particolare, il verificarsi di casi mortali plurimi: 4 nel 2013 a Città Sant’Angelo (Pescara), 3 nel 2014 a Tagliacozzo (AQ), 10 a Modugno (Bari) e 4 a Giugliano (Napoli) nel 2015.

Sarebbe tuttavia riduttivo limitarci ad esaminare i rischi connessi alla sola produzione dei pirotecnici perché nelle ore successive all’esplosione dei fuochi d’artificio si verifica un notevole peggioramento della qualità dell’aria con elevati picchi nell’atmosfera soprattutto di polveri sottili (PM10). Gli inquinanti prodotti dagli scoppi dei pirotecnici sono nocivi e contengono potassio, stronzio, bario, magnesio, alluminio, zolfo, titanio, manganese, rame, bromo, piombo.

Gli studi e la ricerca per aumentarne la spettacolarità e l’attrattività hanno modificato la composizione delle materie prime attraverso nanoparticelle e reagenti per ottenere maggiore esplosività, giochi di colori, parabole nel cielo ed effetti visivi. La nocività delle nanoparticelle diffuse nell’atmosfera con l’esplosione produce conseguenze molto gravi su patologie del tipo asma, allergie, bronchiti croniche. Considerazioni a parte meritano gli effetti su tutti gli animali che vengono presi da panico e nervosismo con reazioni di disagio non controllabili che in alcuni casi si manifestano con l’aggressività.

La pericolosità dei fuochi d’artificio, ormai scientificamente accertata, ha indotto molte contee degli U.S.A. a evitare la diffusa pratica finanche in occasione della tradizionale festa dell’Indipendenza che si celebra il 4 luglio di ogni anno.

Sebbene la Regione Puglia abbia vietato i fuochi d’artificio dal 15 giugno al 15 settembre per limitare il rischio incendi, nella considerazione che in estate le condizioni meteo non favoriscono l’attività in parola, ciò non vuol dire che nella stagione invernale non siano quanto meno sconsigliati per gli inquinanti già descritti che si disperdono nell’aria.

In realtà, salvo errore, sorprende che la regione Puglia non abbia individuato esplicitamente i fuochi d’artificio fra i fattori inquinanti dell’ambiente in attuazione dell’art.40, comma 2 del d.lgs.33/2013. Nell’attuale contesto sociale che stenta a rispettare le regole comportamentali, di buona educazione, leggi e divieti di ogni genere, non prevedere una normativa restrittiva più specifica al riguardo può far sentire chicchessia autorizzato a ignorarne la pericolosità pure enorme.

La pericolosità dei fuochi pirotecnici insita nella produzione e nell’esplosione impone un’azione di contrasto ad iniziativa soprattutto dello Stato che dovrebbe reperire risorse finanziarie per la riconversione produttiva del settore e dei lavoratori addetti oltre alla promozione di una capillare campagna di informazione per un radicale cambio di cultura individuale e collettiva.  

I dati sulle conseguenze dell’inquinamento da fuochi d’artificio sono allarmanti sebbene non recentissimi: la rivista Lancet riferisce che nel mondo ben 9 milioni di persone (dati ott. 2015) muoiono per inquinamento provocato dai pirotecnici e 3 milioni per effetto del particolato e delle polveri sottili rilasciate nell’atmosfera (rivista Lancet 2020).

Alla luce di quanto detto ci sarebbero stati tutti i presupposti di sicurezza, ambientali, sanitari, tutela del patrimonio storico della città e di opportunità per non prevedere la programmazione di un evento ormai fuori del tempo, che comunque non si è svolto solo perché in ottemperanza al “decreto festività” a causa del Covid19, che nulla avrebbe aggiunto alla bellezza naturale di una città apprezzata nel mondo soprattutto per la sua maestosa cattedrale romanica che i fuochi d’artificio invece avrebbero oltraggiato ancora una volta.

Ha fatto bene il Sindaco a revocare il permesso allo svolgimento dell’evento in un primo momento autorizzato; ci auguriamo per il futuro che non si prenda in considerazione una ipotesi di recupero dell’evento e soprattutto una maggiore sensibilità alle tematiche sollevate anche in funzione di una destinazione nel sociale delle risorse finanziarie, siano esse di natura pubblica o no!

BUON ANNO 2022.

Trani, 31 dicembre 2021                                                                                                

Antonio Carrabb

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